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Filosofeggiando

Dopo mesi di giri a vuoto e paranoie pressochè costanti, mi sono letterarlmente "scassata i cabasisi", tanto per dirla come Camilleri (un grande..ma questo è un altro discorso).
Mi sono messa a riflettere seriamente se era la quella la vita che volevo continuare a vivere. Ma anche a sopravvivere, che forse, come termine, ci azzecca di più.
Non era più una cosa fattibile quella di uscire solo per aumentare la probabilità di fare incontri. Guardare la vita degli altri e invidiarla. Vedere le conquiste degli altri e pensare di avere una vita inutile per il semplice motivo che a me non stanno capitando le stesse cose.
Mi sono fatta alcune domande e ho cercato di essere il più onesta possibile nelle risposte che mi sono data.
Il risultato è stato che alla domanda: Ma adesso Fe, vorresti davvero qualcuno? la risposta è stata NO.
Quindi mi sono detta, stai serena fatti la vita come vuoi tu e fottitene del resto.
Inoltre mi è anche venuto da pensare che andare in giro con lo sguardo di una persona bisognosa non è che faccia avvicinare la gente, anzi a dire il vero credo che il risultato ottenibile sia proprio l'opposto.
O almeno qualcuno potresti attirarlo, ma non credo sia il genere di persona che ci si raccomanda.. (giusto un mio pensiero..).
Il problema, secondo me, sta nel fatto che l'amore di un compagno/a non dovrebbe essere un qualcosa che vada a sanare una situazione non risolta con se stessi oppure sopperire ad una mancanza. L'amore in se dovrebbe essere un'aggiunta ad una vita già autosufficiente (se mi passate il termine), un upgrade del sistema.
A nessuno piacerebbe essere la toppa di un tetto che fa acqua da tutte le parti.
Ecco, ho deciso di lavorare su quello e non su ciò che stata la mia priorità fino a poco tempo fa.
Anche perchè i fatti purtroppo sono questi:

  • Andrea non tornerà mai.
  • Andrea è felice con la sua nuova donna. 
  • Io non posso farci niente e nemmeno vorrei
  • Con lui ho sbagliato e non posso tornare indietro.
Prendo spunto da un verso del Liga: Il meglio deve ancora venire" perchè, anche se non sarà così solo il fatto di averlo pensato rende il presente migliore e degno di essere vissuto.
Meno passivamente, voglio (e volutamente ho evitato il "vorrei") vedere la vita da questo punto di vista, voglio vestirmi in un certo modo perchè piace a me, voglio uscire perchè mi voglio divertire, voglio guardare agli amici, alla loro vita e ai loro successi senza provare quel sentimento misto a invidia e gelosia. 
Ognuno di noi ha affrontato percorsi diversi, situazioni di partenza completamente differenti e ognuno di noi ha un carattere con le sue particolarità. i paragoni sarebbero tempo sprecato, tanto più che nella vita, ormai mi è chiaro, non tutti siamo destinati ad avere le stesse cose, inutile puntare i piedi e spaccarsi la testa contro questo muro.
Passiamo oltre e cerchiamo altre strade.
Ormai sono due settimane che sono su questa strada, e per ora sono serena e molto soddisfatta di me.
Ho fatto i soliti pensieri paranoici ma sono riuscita  cacciarli e farne di più positivi. :)
Forse sono arrivata dall'altra parte del mio tunnel.

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